Stagione agonistica 1962


Dopo gli incidenti e i gravi lutti già menzionati la U.I.M. pensò di apportare una modifica al regolamento della classe KD, incrementando il peso da 800 Kg a 900 Kg anche se c'è da dire che ben pochi scafi già prima rispettavano gli 800 Kg previsti da regolamento, superandoli. Bisogna attendere la stagione agonistica 1962 per vedere introdotta ufficialmente questa nuova soluzione.
Con il limite massimo di 900 Kg si vuole cercare di portare una maggiore sicurezza a questa storica classe regina tra i racers di grossa cilindrata. Il nuovo limite non è stato però creato per caso ma ha aperto le porte in modo più serio al confronto con la motonautica americana che adotta appunto questa caratteristica. La stessa negli anni '59 e '60 aveva partecipato ai campionati mondiali svoltisi in Italia facendo solo da contorno ai nostri colori, in quanto i suoi piloti si attenevano più di noi ai regolamenti imposti in ordine di peso degli scafi utilizzando motori sicuramente di cilindrate inferiori.
Certo è che per questa categoria la variazione risulterà nel tempo positiva migliorando la situazione, anche se ovviamente non in senso assoluto o definitivo: per questo c'è ancora molta strada da fare sia dal punto di vista della sicurezza del pilota che da quello prettamente tecnico degli scafi.

Il primo campionato europeo riservato ai racers da 900 kg vede il suo svolgimento sulle acque del Lago Maggiore in quel di Stresa. La mancanza dei piloti stranieri non giova ai nostri italiani che, come spesso accade, si fregiano di titoli internazionali senza dubbio importanti, ma chiaramente snaturati visto l'assenza di un confronto serio con altre nazioni. Questo campionato continentale se lo contendono Liborio e Flavio Guidotti, Nando Dell'Orto, Ermanno Marchisio e Gianluigi Crivelli. Ad eccezione di Dell'Orto in gara con il suo Timossi-Ferrari, gli altri piloti utilizzano, sempre su Timossi, motori Maserati da 5600 cc.
Costretti al ritiro entrambi i Guidotti si verifica un incidente, fortunatamente senza conseguenze, a Ermanno Marchisio il quale, nell'affrontare in modo più che deciso una virata, complice il moto ondoso del lago e la notevole velocità del giallo racer del pilota della "Ezio Selva", viene catapultato fuori dal posto di guida. Marchisio ne esce incolume e il suo scafo subisce lievi danni ad uno scarpone. Nel frattempo Crivelli che si trova al comando della corsa, dopo il "bagno" di Marchisio, subisce un rallentamento; ne approfitta Dell'Orto che supera l'avversario e va ad aggiudicarsi la prima manche.
Nella seconda frazione ritorna in corsa anche Marchisio, ma dopo poche tornate è costretto al ritiro per il ritardo accumulato sugli altri concorrenti. Non riparte più Guidotti, così la lotta vede Dell'Orto, Crivelli, Flavio e Liborio Guidotti contendersi a suon di sorpassi il successo in questa seconda manche. Flavio Guidotti la spunta su Crivelli (in testa per ben sette giri), terzo papà Liborio, quarto Dell'Orto.
Nella terza prova è Liborio Guidotti a prendere i comando, dopo un veloce avvio ancora di Crivelli, tenendo in scia Dell'Orto, Crivelli e il figlio Flavio.
Ma giro dopo giro è Flavio Guidotti a recuperare sugli avversari e, dopo il bellissimo sorpasso ai danni di Dell'Orto, supera anche il padre e coglie un secondo successo che lo porta al comando generale del campionato. Nell'ultima e decisiva frazione Dell'Orto cerca di insidiare Flavio Guidotti leader provvisorio della classifica, ma poco dopo deve cedere la prima posizione. Flavio Guidotti vince anche la quarta manche, 2° Dell'Orto, 3° lo sfortunato Marchisio rientrato in gara, 4° Liborio Guidotti autore di una corsa più che tranquilla, ritirato Crivelli.
Grande gioia di Flavio Guidotti che iscrive così per la prima volta il proprio nome nell'albo d'oro della classe KD 900 Kg.

Al campionato mondiale KD 900 Kg, come sempre organizzato dalla M.I.L.A. di Como sul lago Ceresio a Campione d'Italia, si presentano in gara solamente piloti italiani. Tra le imbarcazioni presenti spicca il nuovo scafo Timossi di Nando Dell'Orto non più motorizzato Ferrari, ma Maserati. Questo scafo non è altro che il racer del pilota perugino Lino Spagnoli vittima durante la stagione di un serio incidente di gara a Castelgandolfo, acquistato da Nando Dell'Orto e fatto riparare dal cantiere milanese San Marco. Tra le altre novità si nota la presenza di Luigi Dell'Orto con il vecchio Timossi-Ferrari del fratello Nando.
Ma per questo debuttante pilota il mondiale resta solo un'illusione: infatti appena abbandonato il pontile di ormeggio per effettuare i giri di riscaldamento nei cinque minuti che precedono l'inizio della prima manche, si ritrova con il suo possente e delicato 12 cilindri sbiellato e costretto al ritiro definitivo dalla competizione.
Nell'elenco dei portenti ecco la presenza di Agostino Battaglini che usufruisce dello scafo Celli, già utilizzato con successo da Dino Celli per vincere l'edizione del 1961 del Raid Pavia-Venezia, motorizzato Chevrolet revisionato da Custom. Si può dire, però che con questo complesso il pilota veneziano non ottiene una grande prestazione: il motore risulta decisamente inferiore rispetto ai Maserati della concorrenza, il clan dei Guidotti, oltre a Marchisio e Crivelli, completano la squadra azzurra.
Nella prima manche inizialmente si vive il duello tra Marchisio e Guidotti: Guidotti risulta in testa alla corsa, si appresta a doppiare il ritardatario Dell'Orto che in virata si porta molto all'esterno per lasciare spazio, ma nonostante questo Guidotti lo urta incredibilmente aprendogli la coperta con la lama del timone e tagliandoli il tubo di scarico con l'elica. Per Guidotti e Dell'Orto scatta quindi il ritorno forzato alle gru dell'alaggio. Nel frattempo con il motore fuso si ritira anche Crivelli, mentre Marchisio che è al comando, tiene a bada Flavio e Liborio Guidotti aggiudicandosi la prima manche.
Nel frattempo si cerca di riportare in gara lo scafo di Nando Dell'Orto, incollando delle grandi pezze di compensato sulla coperta e sostituendo il tubo di scarico e quello di Giorgio Guidotti obbligato a cambiare l'elica montandone una non consona all'assetto del suo Timossi.
Praticamente per quest'ultimo la corsa da qui in poi è più un gioco di squadra per aiutare il fratello Flavio che infatti vince la seconda manche davanti a Marchisio. Quest'ultimo comunque, sommando i tempi conseguiti nelle due frazioni mantiene sull'avversario un margine di tre secondi.
Nella terza manche, dopo una partenza velocissima di Dell'Orto davanti a Marchisio e ai tre Guidotti, ecco che lo spericolato pilota della Ezio Selva Corse sferra un decisivo attacco a Dell'Orto, superandolo. All'inseguimento Flavio Guidotti che però è alle prese con problemi ad un tubo di scarico e per Marchisio non ci sono particolari difficoltà a tenerlo a distanza aumentando nel corso dei 12 giri il vantaggio sull'avversario di altri 18 secondi vincendo manche e mondiale.
La classifica finale dice: 1° Marchisio, 2° Flavio Guidotti, 3° Liborio Guidotti, 4° N. Dell'Orto, 5° A. Battaglini, 6° Giorgio Guidotti, 7° Crivelli.
Trattandosi di un campionato mondiale il cui regolamento prevede che in graduatoria finale possano essere classificati tutti i tempi dei piloti che effettuano anche solo un giro di gara, ecco spiegata la settima posizione di Crivelli.

Come i racers della KD 900 Kg anche gli entrobordo corsa della Z 2500 disputano il loro primo campionato europeo. Il titolo è inizialmente programmato nella riunione motonautica di Angera con l'organizzazione della Mot. Ezio Selva. L'imprevisto basso livello delle acque del lago Maggiore obbliga gli organizzatori a trasferire la manifestazione all'Idroscalo di Milano dove, grazie all'aiuto della MAM (Mot. Ass. Milano), si può svolgere regolarmente la competizione.
Fortunato Libanori (portacolori della Ezio Selva) è il primo pilota ad iscrivere il proprio nome nell'albo d'oro; il successo del nostro campione acquista particolare valore in quanto nell'annata di corse 1962, tra i nostri raceristi che si fregiano di allori internazionali, Libanori è l'unico che può vantare di essersi misurato per la conquista del titolo anche con degli stranieri.
Da oltralpe sono scesi in lizza due francesi: Armand Machat e Maurice Chapron che, con i loro scafi del cantiere milanese San Marco motorizzati B.P.M., si rivelano decisamente poco competitivi ma hanno comunque il merito, con la loro presenza, di rendere continentale il confronto. La squadra azzurra presenta al via i piloti Castiglioni, Libanori, Raineri, Cerutti e Petrobelli. Castiglioni porta al debutto sul suo Celli il nuovo CR un 4 cilindri, 4 tempi con carburatori di derivazione Alfa Romeo 1900 cc maggiorato a 2400 cc un interessante propulsore elaborato da Renzo Coppier e dal preparatore dell'Alfa Romeo Luigi Raineri.
Non mancano in merito a queste designazioni alcune polemiche riguardo l'esclusione dei piloti Maderna e Bordoni dalla squadra nazionale.
Per quanto concerne gli scafi utilizzati dai nostri piloti troviamo dei Celli-B.P.M. per Castiglioni, Libanori, Petrobelli e Ceruti, mentre Raineri dispone di un San Marco-CR.
Nei primi giri della prima manche Libanori prende il comando della corsa tallonato da Castiglioni mentre, con molto distacco, seguono nell'ordine i francesi Chadron e Machat, i nostri Cerutti, Raineri e Petrobelli. Libanori incrementa il proprio vantaggio su Castiglioni poi, all'ottavo giro, quest'ultimo a causa di un problema al motore subisce un rallentamento permettendo a Cerutti che nel frattempo ha superato i francesi, di portarsi alle spalle di Libanori.
Per Castiglioni il guasto al suo B.P.M. si rileva di notevole entità e lo costringe all'abbandono definitivo dal campionato. La manche termina con la vittoria di Libanori, secondo Cerutti, terzo Raineri, quarto Chapron, quinto Petrobelli, ritiro per il nostro Castiglioni e per l'altro francese Machat.
Ma nella seconda manche troviamo solo quattro piloti in lizza: Libanori, Petrobelli e i due francesi. Non prendono il via Cerutti e Raineri pure loro in difficoltà con i propulsori.
Libanori va subito in testa alla corsa, alle sue spalle troviamo Chapron e Petrobelli, mentre Machat, in difficoltà con il suo motore è distaccato dai primi tre, mentre Libanori continua indisturbato la sua manche, ecse dalla prima anche Antonio Petrobelli, anche per lui risulta fatale l'ottavo giro. Libanori si aggiudica la prova, al secondo posto il francese Chapron.
Al via della terza manche ritroviamo nuovamente in gara sia Cerutti che Raineri, a Libanori si stacca improvvisamente la calandra del motore e l'imprevisto permette ai suoi avversari di superarlo. Libanori pur con il motore scoperto non rinuncia alla rimonta così, dopo aver passato il lentissimo Machat, supera anche Chapron e Raineri conquistando la seconda posizione dietro a Cerutti. Questi, appena tagliata la linea del traguardo, compie una manovra brusca virando in anticipo sulla boa. Tale manovra, vietata dal regolamento, viene effettuata anche da Libanori e, dopo lunghe verifiche in giuria, si decide di non imporre sanzioni ai due piloti.
L'unica motivazione plausibile può essere che l'art.117 che riguarda appunto la sanzione in questione, fa parte di un regolamento del campionato italiano e non internazionale.
Nella conclusiva quarta manche,nonostante una partenza velocissima di Cerutti che per tre giri mantiene il comando della gara, Libanori, una volta riparato il guasto, con un sorpasso in virata da campione infila Cerutti e va a vincere il suo primo titolo europeo.
Purtroppo anche il Mantovano Cerutti sul finire della gara è costretto al ritiro, Luigi Raineri conclude al secondo posto che gli permette di conquistare la medesima posizione nella classifica finale che vede 1° Libanori, 2° Raineri, 3°Cerutti e 4° Chapron.
La classe Z 2500 cc che è nata sei anni addietro, nelle ultime stagioni di gare ha confermato tutta la sua validità sia sotto l'aspetto tecnico dove è andato migliorando nelle prestazioni velocistiche che nel crescente numero di piloti partecipanti.

Nei campionati italiani grande vittoria di Fortunato Libanori che porta al successo il bellissimo scafo Celli-B.P.M. nel tricolore della classe Z 2500 cc. Unendo questo titolo a quello continentale, l'alfiere della scuderia Mario Augusta (Libanori oltre che motonauta è anche collaudatore della moto da competizione MV AUGUSTA) chiude alla grande questo 1962.

Giulio De Angelis si riconferma vincente nei racers della classe V 1300 bissando il tricolore davanti a piloti del calibro di Guido e Franco Caimi, Capucchio, Crespi, Maurelli, Perziano Sergio, Bernocchi, tanto per citare i più competitivi.

Un bel successo quello della classe 1300 che, gara dopo gara, vede un deciso incremento di iscritti al punto che, dal 1963, si darà vita anche al campionato europeo.

Nei grossi bolidi della KD 900 Kg Flavio Guidotti (Timossi-Maserati) è il nuovo campione italiano; da notare come da quattro anni la famiglia Guidotti si fregia della fascia tricolore grazie ai titoli conquistati da papà Liborio (1959 e 1961) e da Flavio (1960) nella 800 Kg.


Stagioni agosistiche entrobordo
Stagione agonistica 1963