Stagione agonistica 1969


Anche nel 1969 continua, per i nostri raceristi, la lunga serie di vittorie in campo internazionale, a riprova di come la nostra scuola entrobordistica reciti da sempre un ruolo di prim'ordine.


Gli ultimi campionati KD 900 kg
Quest'anno si svolge per l'ultima volta il campionato europeo e quello mondiale della KD 900 kg. A Sesto Calende si svolge la corsa per l'assegnazione del titolo continentale: per l'occasione sono presenti sei piloti. Ermanno Marchisio partecipa alla gara con un nuovissimo scafo del cantiere Celi spinto non dal consueto propulsore Maserati, ma da un B.P.M. Vulcano Special da sette litri; ancora una volta è lui ad avere la meglio sul Timossi-Maserati di Luigi Crivelli, scafo, anche questo, di nuova realizzazione. Per entrambi, due successi ciascuno nelle quattro manche effettuate, ma, per l'assegnazione del titolo, si deve ricorrere alla prova più veloce; questo meccanismo premia il pilota Marchisio. Nella classifica finale, dietro a Marchisio e Crivelli, al terzo posto troviamo lo svizzero Joseph Ulrich (Molivio-B.P.M.), unico straniero presente che dispone, però, di un mezzo meno veloce dei primi due classificati. Dietro ad Ulrich si posiziona il nostro Gian Pio Ottone, iscritto nella KD con il suo piccolo racer della LZ 2500 cc, appositamente zavorrato. Ultimo, nella classifica generale, il pilota cremonese Gino Lupi debuttante nella classe KD: egli corre con un nuovo scafo Timossi-B.P.M., ma, dopo due terzi posti nelle manche iniziali lamenta, oltre ad una scarsa e frettolosa messa a punto dell'imbarcazione, anche un cedimento strutturale dell'imbarcazione con l'inevitabile ritiro dalla competizione.
Nel continentale di Sesto Calende si nota l'assenza sia di Flavio che di Giorgio Guidotti: di conseguenza l'unico a schierarsi in acqua è il padre, Liborio, tuttavia con scarsa fortuna. Il pilota, a causa di un guasto meccanico al suo B.P.M., è costretto all'abbandono della gara nel corso della prima manche.

Nel campionato mondiale, titolo che ininterrottamente dal 1956 si assegna nell'unica sede di Campione d'Italia, si schierano al via, oltre all'elvetico Ulrich, rimasto l'unico pilota straniero di questa KD 900 kg, sette italiani: Crivelli e Marchisio con i loro scafi motorizzati Maserati (quest'ultimo, per l'occasione, rispolvera il vecchio Timossi-Maserati già plurivittorioso), Gino Lupi, Liborio Guidotti e Agostino Battaglini, tutti con dei Timossi-B.P.M. Vulcano che, però, si rivelano inferiori ai Maserati. A questi veri KD si uniscono anche Gian Pio Ottone ed Ercole Aliani, con i loro scafi Celli-Alfa Romeo, rispettivamente di cilindrata 2500 e 3000 cc, opportunamente zavorrati per rientrare nel peso prestabilito per questa categoria.
Liborio Guidotti partecipa al mondiale campionese in quanto detentore del titolo anche se, seguendo le orme dei due figli, si trova già nell'ottica del ritiro dalla scena.
La corsa vive da subito sul duello Marchisio-Crivelli: il pronostico, tuttavia, verte in favore di Marchisio non solo perché in passato si è aggiudicato ben sei volte consecutive l'alloro mondiale, ma perché, a quanto pare, sul suo Timossi-Maserati è installato un motore Maserati decisamente più cattivo. Purtroppo, però, come nella passata edizione, la fortuna non gli è amica: infatti la netta rottura dell'albero di trasmissione, avvenuta già nella prima manche, decreta la fine del mondiale di Marchiso nonostante avesse portato a circa mezzo minuto il proprio vantaggio su Crivelli.
A questo punto il titolo non può sfuggire a Crivelli: il pilota varesino riesce a vincere le prime due manche terminando secondo nell'ultima dietro al sorprendente Gino Lupi che ottiene, nella graduatoria finale, la piazza d'onore. Questo titolo mondiale premia, oltre al valore, anche la professionalità di Luigi Crivelli,il quale, come Marchisio e Libanori, gareggia grazie al supporto dei fratelli Agusta e di Giovanni Borghi (Ignis). Al terzo posto assoluto troviamo l'ex campione Liborio Guidotti, al quarto si posiziona Aliani, autore di una bellissima prestazione con il suo Celli-Alfa Romeo 3000 cc, complesso velocissimo, ma chiaramente inferiore se rapportato a quelli dei primi tre classificati. Aliani, comunque, riesce a precedere Ulrich, Battaglini ed Ottone, l'altro pilota che, come Aliani, è prestato alla KD.


Le competizioni dei racers 500 kg
Il campionato continentale dei racers KC 500 kg viene corso sulle acque del fiume Po, a Boretto: in questa gara trionfa Giuseppe Colnaghi. Il pilota milanese si aggiudica il titolo a tavolino poiché, a fine gara, il vincitore Giulio De Angelis viene escluso dalla classifica finale perché trovato con lo scafo sottopeso (soltanto 334 kg invece del minimo regolamentare di 350 kg) durante le consuete verifiche. Colnaghi si avvale dello stesso scafo a guida avanzata proveniente dal cantiere Eugenio Molinari con motore Alfa Romeo 3000 cc con cui l'anno precedente aveva fatto suo il titolo. Stavolta nella classifica finale precede Aliani e Neri. Di scarso rilievo la partecipazione dello svizzero Pierre Ulrich, unico dei piloti stranieri iscritti. Dietro al vincitore Colnaghi, a completare il podio tutto italiano, troviamo Aliani e Neri. Il successo continentale di Colnaghi viene ulteriormente rafforzato un mese dopo, sulle acque della laguna veneziana, a Malamocco durante la disputa del campionato mondiale.
Assente dalla competizione Giulio De Angelis, per la nota squalifica decretata dalla commissione sportiva dopo il fatto di Boretto, il lungo elenco dei partecipanti a questa corsa annovera tredici piloti: Casanova, Libanori (che per la prima volta si cimenta nella 500 kg, ma con scarsa fortuna), Casinghini, Castiglioni, Colnaghi (questa volta in acqua con un Celli-Alfa Romeo Raineri di 3000 cc), Perziano, Aliani, Giuseppe ed Aurelio Dotti, Franco Lupi, Brunelli, Invernizzi ed Ulrich.
Dopo la netta vittoria di Casanova su Aliani e Conaghi nella prima manche, si verifica una vera ecatombe di ritiri nella seconda. Tra le vittime troviamo proprio Casanova, costretto alla resa a causa della rottura di un cavo dell'accensione. Colnaghi se ne approfitta e balza al comando imponendosi nelle rimanenti due manche e vincendo il titolo con un tempo inferiore a Giuseppe ed Aurelio Dotti, rispettivamente secondo e terzo classificato.

L'ultima delle classi a peso è la KB 350 kg che, a Sesto Calende, disputa il campionato europeo vinto dal romano Giulio De Angelis a bordo di uno scalo Molivio.-Alfa Romeo Raineri. La scarsissima partecipazione, ridotta a soli quattro piloti, per giunta italiani, vede Guido Caimi ottenere la vittoria su De Angelis nella manche d'apertura. All'inizio della seconda prova un guasto meccanico costringe Guido Caimi al ritiro: di conseguenza De Angelis apparso peraltro più veloce, non ha difficoltà a far sue le restanti manche. La classifica finale del campionato continentale KB 350 kg riporta, dietro al vincitore Giulio De Angelis, Franco Caimi, Giuseppe Perziano e lo sfortunato Guido Caimi.

Nel mondiale della KB 350 kg corso a Sabaudia, incredibile la prestazione offerta da Giuseppe Perziano che, totalizzando due secondi posti ed un terzo (vittoria di De Angelis nella prima manche e di Guido Caimi nelle altre due), si riconferma, anche per il 1969, campione mondiale grazie alla migliore sommatoria dei tempi. Nella classifica finale segue, a venti secondi di distacco, il regolare Franco Caimi; a seguire troviamo Guido Caimi, De Angelis, Cantù e Casanova, quest'ultimo in seria difficoltà fin dalle primissimi battute del campionato.


I titoli assegnati per le classi entrobordo a cilindrata

Dopo il deludente campionato continentale del 1968 per la categoria racers di 91" A.P.B.A., la competizione, per il secondo anno consecutivo, viene corsa sul circuito di Lignano, stavolta per l'assegnazione del titolo mondiale. Tale campionato acquista veramente la giusta connotazione grazie alla presenza di due piloti d'oltreoceano: si tratta degli statunitensi Bert Davidson, su di uno scafo Nomenade-Alfa Romeo e di Jack Sellers, con un Lotus-Lauterbach. Sembra perciò che la U.I.M. sia in parte riuscita nell'obiettivo di coinvolgere, nella 91" A.P.B.A., i motonauti statunitensi. A completare l'elenco dei concorrenti stranieri troviamo anche l'italo americano Philip Rolla con il suo scafo A.Molinari-Alfa Romeo a guida avanzata e motore installato dietro il posto di guida.
I nostri piloti schierati sono De Angelis, Caramelli, Casanova e Perziano. La prima manche viene vinta da Caramelli mentre la seconda e la terza vengono conquistate da De Angelis con il suo scafo Molivio-Alfa Romeo. Al termine delle tre prove previste, per effetto della somma dei tempi, si aggiudica il campionato proprio Giulio De Angelis.
Giornata negativa, invece, per Casanova comunque velocissimo: stavolta il pilota gareggia con un motore sperimentale ufficiale fornito dall'Alfa Romeo Autodelta. E' interessante constatare come il reparto corse dell'Autodelta, nella persona dell'ing. Carlo Chiti, stesse sviluppando questa collaborazione con Casanova, fornendogli direttamente i propri propulsori. L'iniziativa è quella di sperimentare le prestazioni di questi motori, nonché l'affidabilità in campo motonautico, per poi trasferirne il successivo impiego nel settore automobilistico.
Ritornando ai mondiali della classe 91" A.P.B.A., segnaliamo i ritiri anche di Perziano e di Rolla. Risulta evidente che gli americani non dispongono di mezzi all'altezza di quelli dei nostri piloti; ottengono, comunque, il podio con il secondo posto di Sellers e con il terzo di Davidson, anche se notevolmente distaccati da De Angelis. Al quarto posto finale troviamo classificato il nostro Caramelli.

Nella classe degli entrobordo corsa LZ 2500 cc, Fortunato Libanori si riconferma campione europeo. Questa competizione viene corsa sul fiume Po, a Sacco di Colorno all'inizio della stagione e vede in lizza, purtroppo, solo quattro concorrenti italiani. Libanori vince nettamente il titolo con il suo scafo Celli-Alfa Romeo Raineri e alle sue spalle, nell'ordine, troviamo Neri, Brunelli e Colnaghi.

Nelle acque di Peschiera del Garda si assegna il titolo mondiale della medesima classe. Alla competizione partecipano ben undici piloti azzurri, insieme allo svizzero Pierre Ulrich. Dopo una vittoria a testa ottenuta da Petrobelli e da Libanori nelle due manche iniziali, risulta decisiva la terza frazione, visti i soli quindici secondi di differenza che avvantaggiano il pilota padovano. In quest'ultima prova, nonostante il peggioramento delle acque del lago, sempre più mosse, lo scatenato Petrobelli con il suo Celli-Alfa Romeo Raineri riesce a vincere, incrementando il proprio vantaggio su Libanori ed assicurandosi, per la seconda volta nella sua carriera, il titolo mondiale. Dietro al vincitore Petrobelli troviamo, nella classifica finale, Libanori, Colombo (vera rivelazione, avendo dato filo da torcere ai primi due arrivati), Aliani ed infine Neri. Gli altri italiani presenti sono stati De Angelis, Colnaghi, Ottone, Franco Lupi, Casinghini, Dotti Giuseppe, Dotti Aurelio e l'elvetico Ulrich che hanno avuto, però, scarsa fortuna a causa di una lunga serie di rotture meccaniche.

Occupiamoci, ora, dei racer della LV 1300 cc che vedono il nostro Guido Caimi fare un en plein di titoli internazionali. Su circuito francese di Saint Cloud, situato sulla Senna alla periferia di Parigi, ottiene una bellissima vittoria nel campionato mondiale aggiudicandosi tutte e tre le manche. Un particolare curioso è rappresentato dal fatto che, nella classifica finale, gli otto piloti italiani presenti occupano le prime otto posizioni: primo Giuido Caimi, secondo Orfeo Maltinti, terzo Aldo Ajelli e poi, nell'ordine, Leopoldo Casanova, Giorgio Cantù, Franco Caimi, Antonio De Crescenzo ed Alessandro Nosè. A seguire si classificano i poco competitivi piloti francesi.

Nell'europeo della stessa classe, disputato sul lago di Auronzo, sono assenti gli stranieri e per Guido Caimi sono sufficienti le vittorie nelle prime tre manche per assicurarsi il titolo. Sulla sua scia troviamo De Angelis, Casanova, Maltinti e de Crescenzo. Per entrambi i titoli vinti Guido Caimi utilizza sul suo scafo proveniente dal cantiere Molivio con un motore Alfa Romeo Giulia Raineri.

Nella più piccola delle cilindrate dell'entrobordismo che è la LX 1000 cc, al campionato del mondo corso sul fiume Elba in Germania, il detentore di questo titolo, l'italiano Carlo Casalini (unico azzurro presente), non ottiene un risultato degno della sua bravura. Dopo le tre manche disputate, in graduatoria finale, troviamo il nostro pilota classificato solo in nona posizione, piuttosto attardato da una serie di problemi meccanici. Troppo forte, in questa circostanza, la presenza della squadra nazionale tedesca che piazza ai primi sette posti i suoi piloti. Così, Rudolf Königer succede al nostro Casalini nell'albo d'oro di questo campionato mondiale. Tra le tante curiosità, segnaliamo che tutti i piloti tedeschi dispongono di scafi tre punti Danisch, spinti da propulsori Wartburg: ugualmente i due cecoslovacchi e l'olandese presenti utilizzano il medesimo tipo di complessi. Casalini, invece, porta in gara il suo Celli-Ford Branca. Interessante la partecipazione degli scafi di dsue concorrenti svizzeri: Rudolf Werz utilizza un Carav motorizzato Renault R8, mentre Fritz Steiger partecipa con un Molinari-Ford Cosworth.

Sempre in Germania e sempre sul fiume Elba a Dessau, si assegna, per la LX 1000 cc, anche il campionato continentale. Questo titolo che nel 1968 non si era disputato, vede il tedesco Rudolf Königer ottenere anche questo alloro, dopo che aveva conquistato il mondiale. Per la cronaca, nessun pilota italiano ha preso parte alla competizione.


Le competizioni nazionali
Abbandonando la lunga disamina dei titoli internazionali, passiamo ai campionati italiani dove registriamo la vittoria di Giulio De Angelis negli entrobordo corsa classe LZ 2500 cc. E' la prima volta che il campione romano vince questo titolo in questa categoria; riesce, infatti, ad avere la meglio sugli irriducibili avversari di sempre, Libanori e Petrobelli. Tra i milletrecentristi -così vengono chiamati i piloti della classe LV 1300 cc-, a pochi giorni dall'inizio della prima gara del campionato italiano sul Po, a Sacca di Colorno, scoppia una dura protesta a causa dell'introduzione, da parte della commissione tecnica della F.I.M., di alcune novità riguardanti i motori. In effetti, negli anni, i vari cambi di regolamento hanno portato i propulsori a raggiungere livelli di potenza tali da mettere in serio pericolo la sicurezza di questi scafi, oltre che dei piloti. Alla nascita della categoria, negli anni '50, i piloti disponevano di motori Alfa Romeo Giulietta Sprint Veloce da 70-80 HP; nel 1966 il medesimo motore raggiunge la potenza di 120 HP e già dal 1967 si iniziano ad utilizzare propulsori Alfa Romeo GT Junior a doppia accensione elaborati da Raineri da 130-140 HP. Ciò che rimane invariato, nel corso degli anni, è il peso di queste imbarcazioni che, come da regolamento, deve raggiungere almeno i 300 kg.
Questo atteggiamento polemico dei piloti trova sfogo in uno sciopero che, però, non viene attivato a Sacca, dove poteva essere più giustificato, ma a Peschiera del Garda dove, approfittando anche delle acque mosse del Lago, i piloti (tranne l'eccezionale Orfeo Maltinti) si rifiutano di correre.
Dopo questo fatto, comunque, il campionato nazionale continua il suo regolare svolgimento, con la vittoria di Leopoldo Casanova il quale aggiunge, al suo già ricco albo d'oro, anche il tricolore dei 91" A.P.B.A.

Nella classe KD 900 kg, Gian Luigi Crivelli, rompendo una lunga egemonia di vittorie precedenti di Marchisio e del clan Guidotti che da sempre avevano monopolizzato la categoria, si fregia del titolo tricolore.

Sul finire dell'annata sportiva, Leopoldo Casanova stabilisce il record mondiale della classe entrobordo corsa 500 kg, sulla base misurata del lago di Paola a Sabaudia. Casanova, pilota ufficiale dell'Autodelta, scende in acqua con uno scafo tre punti appositamente costruito dal cantiere Popoli: per ottenere questo record lo scafo viene dotato di un motore Alfa Romeo Tasmania 2500 cc 8 cilindri a V con una potenza di 330 HP, progettato dall'ing. Carlo Chiti. Lo stesso motore, concepito e prodotto solamente per le competizioni, viene poi montato sulle autovetture Alfa Romeo impegnate nel campionato mondiale prototipi. In nostro pluricampione fa registrare un'eccezionale velocità di 225,145 km/h, con un passaggio a 233 kh/h; è questo il nuovo record mondiale. Con questa impresa Casanova fa cadere il precedente limite ottenuitao anni addietro da Liborio Guidotti che aveva ottenuto un 210,84 km/h su di uno scafo Timossi-Maserati sempre nella classe dei 500 kg. La collaborazione fra l'ing. Chiti, grande capo dell'Autodelta, ed il campionissimo Leopoldo Casanova ha avuto il doppio intento, peraltro riuscito, di realizzare risultati di prestigio con i colori dell'Alfa Romeo Corse (specialmente nel settore dei record di velocità) e di collaudare questi propulsori nel campo motonautico, dove subiscono una notevole e maggiore sollecitazione, per utilizzarli successivamente nelle competizioni automobilistiche.
Per gli appassionati questo bolide appartenuto a Casanova è conservato presso il Museo Storico dell'Alfa Romeo ad Arese.

Il 1969 si chiude alla grande per l'Alfa Romeo: fu un anno memorabile per il notevole numero di campionati vinti impiegando i suoi motori nelle classi racers. Il lungo elenco vende la conquista di cinque titoli mondiali, quattro europei, tre italiani, un campionato francese ed il record mondiale di velocità di Casanova.


Stagioni agosistiche entrobordo
Stagione agonistica 1970